martedì 4 gennaio 2011

Il motivo di tante pronunce per i kanji

Kanji dell'anno 2010 - Atsu

Apriamo come primo argomento dell’anno con una delle domande che i principianti e coloro che non conoscono il giapponese mi chiedono spesso. Perché i kanji hanno tante pronunce?

Le motivazioni risalgono attorno al quarto secolo dopo cristo, il periodo in cui i kanji vennero introdotti importandoli dalla Cina.

Chi ha avuto modo di sentire anche per qualche minuto prima il giapponese e poi il cinese si accorgerà subito che le due lingue sono completamente diverse e quindi la scrittura cinese mal si adatta alla lingua giapponese.

Quando furono introdotti in Giappone, la prima domanda che si posero fu: come li usiamo?

Inizialmente si pensò di utilizzarli per il valore fonetico, cioè per scrivere una parola giapponese si usavano dei caratteri che messi insieme in cinese si pronunciavano in quel modo. Ad esempio la parola kuni che vuol dire “paese, nazione” poteva essere scritta così: 久迩, dove il primo kanji si legge ku e il secondo si legge ni.

Successivamente però si è pensato di utilizzare i kanji per il loro significato e non più per il loro valore fonetico. Ritornando all’esempio di prima la parola kuni in giapponese veniva scritta che in cinese significa appunto “nazione”.

Ora qui viene fuori la natura giapponese di non buttare via nulla, quindi alla domanda diretta se scegliere di usare il primo sistema o il secondo sistema la scelta più ovvia fu quelle di tenerle entrambe.

Di conseguenza ogni simbolo cinese acquistava ben due pronunce, una che era quella originaria cinese e l’altra che nasceva dalla parola giapponese.

A tutto questo c’è da aggiungere anche un altro fattore, la lingua cinese ha un sistema di pronuncia particolare e per un giapponese è difficile distinguerne i suoni.

Ora io non conosco bene il cinese per farvi un esempio chiarificatore, ma basta pensare che nonostante molti kanji hanno una pronuncia uguale in giapponese (ad esempio sia 子 che 小 si pronunciano ko), in cinese hanno delle pronunce ben distinte, solo che i giapponesi le hanno approssimate in un unica pronuncia.

Inoltre c’è da considerare altri due fattori che non sono da trascurare:

  • l’introduzione della scrittura cinese non è arrivata direttamente ma ha avuto da tramite la Corea che probabilmente ha portato ulteriori modifiche.
  • la scrittura cinese è arrivata in Giappone attraverso diverse ondate distanziate tra di loro di diversi anni e da diverse zone della Cina, portando ognuno i propri dialetti.

Nell’ultimo punto ancora una volta la fa da padrona l’istinto giapponese di non buttare via nulla, quindi: se in Cina ci sono diverse evoluzioni nella pronuncia dovuti agli anni passati e a eventuali dialetti perché scegliere una o l’altra? Teniamole tutte.

Ecco quindi spiegato il perché ogni kanji ha almeno due pronunce una che è detta 音(ON) di origine cinese e l’altra detta 訓(KUN) di origine giapponese.

Il perché esistono diverse pronunce ON è facile arrivarci per quanto detto sopra, per quanto riguarda quelle KUN è un po’ più difficile ma probabilmente è da attribuire al fatto che alcune parole giapponesi esprimono concetti simili da potergli associare lo stesso kanji.

Si potrebbero incontrare alcuni kanji che hanno solo un’unica pronuncia (o ON o KUN) probabilmente dovuti al fatto che le altre sono cadute in disuso e dimenticate (raro ma qualche volta succede anche ai giapponesi di abbandonare qualcosa).

Con questo penso di aver chiarito il motivo che sta dietro all’uso di tante pronunce. Potrà sembrare una cosa banale ma io attraverso la conoscenza di questa cosa ho potuto capire molto di più sulla cultura giapponese e spero che per voi che leggete sia lo stesso.

Nota sull’immagine: L’immagine si riferisce al tradizionale rito di fine anno in cui viene eletto il kanji dell’anno appena trascorso, questo è quello del 2010 e significa caldo per maggiori dettagli andate qui.

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