domenica 21 novembre 2010

Il sogno

Oggi volevo presentarvi un piccolo racconto fantasy che ho scritto io personalmente, è un racconto breve basato su una storia più complicata ma che pò essere letto tranquillamente da solo. Questo racconto ha per protagonista il personaggio che da anche il nome a questo blog e che fa anche da mio nome identificativo in rete.

Sono particolarmente affezionato a questo racconto visto che l'ho scritto in un momento particolare della mia vita e probabilmente si possono leggere alcune mie emozioni di quell'epoca, ma non c'è nulla di autobiografico.

Ci tengo a precisare che non sono uno scrittore quindi perdonatemi se non è scritto proprio bene, buona lettura.

Il sogno

0061_470x353Camminava, su per il sentiero …

Percorreva quella strada imperterrito, senza rendersi conto dove si stesse dirigendo, la foresta attorno a lui non gli era familiare, non si sentiva nemmeno a casa, una sensazione strana che non gli piaceva ma continuava a camminare, si inoltrava sempre più in profondità. Anche i rumori del bosco non gli erano familiari, no, non c’erano proprio, era troppo silenzioso.

Era buio e i suoi occhi non erano in grado di vedere oltre i due passi, in quel momento sentiva il desiderio di avere la vista acuta degli animali per riuscire a scorgere in lontananza, ma non era così. Il buio si infittiva sempre di più, cominciava ad essere innaturale come tutto il resto, la foresta non era per niente naturale, lo sentiva, la sua percezione lo avvertiva, ma doveva andare avanti perché guardarsi indietro era ancora più spaventoso.

I cespugli si facevano sempre più fitti, in condizioni normali non sarebbero stati un problema, era in grado di muoversi tra i rovi con tranquillità come in una strada battuta, ma lì c'era qualcosa che glielo impediva, non era in grado di oltrepassarli agevolmente, ma qualcosa lo spingeva ad andare avanti,  doveva continuare. Poi come per incanto una flebile luce in lontananza apparve, era forse una luce magica? Non lo sapeva e voleva scoprirlo anche a costo della sua ormai inutile vita. Si avviò senza più curarsi delle ferite al volto, degli strappi ai suoi vestiti, il suo passo diveniva sempre più veloce man mano che la luce era più vicino, e sembrava davvero avvicinarsi perché l’intensità aumentava ad ogni suo passo, fino a che quel bagliore non prese la forma di una persona.

Quel bagliore accecante, sembrava emesso dalla figura stessa, proprio in quel momento qualcosa lo fece inciampare e cadde rovinosamente, era desideroso di raggiungere quella persona e quindi rapidamente si rialzò guardando  verso l’intensa luce; ora essa non sembrava più emessa dalla figura ma dalla lanterna che essa portava, no non era una lanterna, era una torcia, si strofinò gli occhi e si accertò che fosse una torcia, anche se era certo che in precedenza era una lanterna. Non aveva alcuna importanza se fosse una lanterna o una torcia, la luce proveniva da essa e guidato dagli istinti si diresse verso di essa. Fece qualche altro passo affrettato e solo in quel momento si accorse che la figura era femminile, solo adesso si accorse dei lunghi capelli lucenti e dal vestito lungo che portava, in quel momento un brivido percorse le sue ossa.

Gli si formò un nodo in gola e il suo cuore cominciò a palpitare troppo forte come se da un momento all’altro gli stava per esplode  e gli faceva male, sudava freddo, i suoi passi si fecero pesanti, cominciava a rendersi conto che quella figura era lei, colei che aveva amato con tutte le sue forze.

Ora non era solo lui a camminare, ma anche lei cominciò a muoversi dirigendosi verso di lui e mentre lo faceva gli sorrideva. Poi furono vicino e quando lui cercò di parlare dalla bocca gli uscirono solo un farfugliare.

<<Eryl … ma tu … io …>>.

Lei sorrise ancora di più e mettendogli un dito davanti alla bocca come per zittirlo prese la parola: <<Lo so cosa vuoi dire e ti prego non farlo, sì io sono come tu pensavi che io fossi>>.

<<Ma allora … perché ti vedo?>>.

Il suo sorriso si trasforma in una risatina dolce e questo fece sussultare l'uomo che ormai sentiva perdere le sue forze.

<<Mi vedi perché hai gli occhi, ma non questi occhi …>> e il dito che prima gli aveva messo davanti alla bocca ora stava indicando gli occhi di lui, poi il dito ridiscese e puntò sul petto dell’uomo <<ma gli occhi del cuore che ti fanno vedere, non puoi sapere quanto io sia felice di questo>>.

Lui non riuscì più a trattenere le lacrime e per un attimo rimase in silenzio poi cadde in ginocchio e iniziò a piangere copiosamente mentre con le mani allungate tentava di sfiorare la donna.

<<Io … io … ho fallito, dovevo... e invece …>>.

<<Era un compito più grosso di te stesso mio amato, non potevi fare nulla da solo contro di loro, erano al di fuori della nostre forze>>.

<<Ma io dovevo! Dovevo essere più forte>>.

<<Oh caro … non prenderti pena per quello che non sei riuscito a fare, e per quello che avresti dovuto fare>>.

<<Perché non sei fuggita, era te che voleva io l’avrei trattenuto e tu …>>.

<<Per finire di essere a ruoli invertiti? No, non eri colpevole della mia stoltezza e non dovevi pagare per questo>>.

<<Ma come posso vivere adesso da solo? Senza di te?>>.

<<La natura ti vuole ancora al suo fianco per proteggerla. Non era questo che sempre mi dicevi? Vivi la tua vita devi andare avanti perché il tuo compito è quello, mentre il mio è già finito>>.

<<No, non può essere finito così il tuo compito, non posso crederci>>.

Lei sorrise ancora una volta, poi fece un segno di diniego col suo capo, e iniziò a fluttuare indietreggiando, allontanandosi dall'uomo.

<<Eryl … Eryl … non andare ti prego, ho bisogno di te>>.

<<Addio mio amato vivi la tua vita, la morte del tuo spirito non è definitiva puoi ancora rinascere, io invece devo andare, avrò sempre un dolce ricordo …>>

Le ultime parole sembrarono perdersi nell’aria come se fossero un soffio di vento, più cercava di seguirla più essa si faceva distante, fino a quando non scomparve del tutto lasciandolo solo nel suo dolore mentre ancora pronunciava un ultima volta il nome di lei, la sua amata morta tempo prima in un tragico agguato.

Si svegliò dal suo sonno ancora pronunciando a voce alta il nome di lei, e si ritrovò con il suo compagno lupo affianco che lo sorvegliava e che sembrava condividere le sue pene.

Fonte immagine: BBC

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