L’amore per la tecnologia ha diversi livelli che vanno tra chi la ama alla follia a chi fa di tutto per evitarla e non ne vuol sentir parlare. All’interno di questi limiti vi sono poi diverse gradazioni; da chi è ben felice di usarla ma non ne fa una priorità, a chi se può la evita ma volendo all’occorrenza la usa.
Se però dovessimo definire solo due grandi categorie che si dividono in chi la odia e chi la ama, senza ombra di dubbio io mi metterei tra chi la ama.
Non potrebbe essere altrimenti sia per gli studi che ho affrontato nella mia vita sia nell’uso che giornalmente ne faccio. Il problema secondo me però non è se la si ama o la si odia, ma il modo di come essa viene usata.
E’ dato di fatto che la tecnologia è presente nella vita quotidiana di ogni individuo, anche chi dice di usare solo carta e penna perché odia la tecnologia e non si sognerebbe di usare il computer, è evidente che quello che odia di più non è la tecnologia ma è l’italiano.
Anche la carta e la penna all’epoca in cui sono stati inventati venivano considerati delle tecnologie avanzate, probabilmente ripudiati da molti che preferivano tenere tutto a mente piuttosto che usare la tecnologia.
Non è possibile per l’uomo attuale non fare utilizzo in qualche modo di tecnologia, ecco perché non bisogna porsi il problema se amarla o odiarla, ma bisogna comprendere quando e come la si deve utilizzare.
Il problema che la società moderna affronta giornalmente non è legato alla tecnologia ma come l’uomo contemporaneo da normale utilizzatore sia finito per esserne schiavo.
L’anno scorso mi sono trovato a fare da cicerone a una mia amica giapponese e l’ho portata a spasso un po’ in giro per metà Sicilia orientale. Volevo farle visitare alcuni paesi etnei e così armato di navigatore inizio questa mia impresa.
All’improvviso però la mia macchina decise che era il momento di farmi fare brutta figura e mi lasciò a piedi nel bel mezzo del tour. Non immaginate il dramma in quel momento, ero fermo in una zona che non conoscevo e non avevo nemmeno la minima idea di come farmi rintracciare.
Mi venne il lampo di genio, contattai un mio amico con il cellulare ricordardomi che anche lui aveva il navigatore, gli comunicai le coordinate del punto in cui mi trovavo e grazie a questo lui è riuscito a trovarmi e son potuto tornare a casa.
Risultato: ho fatto, a mio modo di vedere, un buon uso di due tecnologie, il navigatore satellitare e il telefono cellulare. Posso mai odiare questi due strumenti? E’ ovvio che no, sono stati entrambi utili e mi hanno salvato da una situazione che oltre ad essere imbarazzante (visto che c’era la mia amica giapponese) anche non di facile soluzione.
Dall’altra parte c’è però chi usa il cellulare continuamente spendendo soldi in messaggini solo per dirsi cose spesso futili e senza importanza, molti di questi finiscono per ammarlarsi sia mentalmente che fisicamente (non molto tempo si è sentito parlare di chi ha avuto problemi alle dita anche gravi a causa di un uso eccessivo degli sms).
C’è chi è caduto in un burrone per seguire ciecamente il navigatore, e c’è chi non va dal panificio, distante da casa sua solo 100 metri, senza prima prendere la macchina, col risultato poi che si affatica anche solo facendo una rampa di scale o ancora peggio ha problemi cardiovascolari.
La tecnologia non è ne buona ne cattiva, è l’uso che può diventare pessimo o perfetto. La cosa che più mi preoccupa in realtà è che la società si sta muovendo verso un uso pessimo della tecnologia, col rischio che il giorno del giudizio di cui si parla nel film Terminator non sia poi così lontano (per lo meno in senso metaforico).
L’uomo si sta muovendo verso una direzione pericolosa, sta rimanendo schiavo della tecnologia facendo influenzare le proprie azioni in funzione di essa, mentre tutti dovremmo pensare che noi siamo coloro che hanno inventato la tecnologia, noi dovremmo essere padroni di essa e usarla per i motivi per cui l’abbiamo creata.
Eh si, me lo ricordo bene quel giorno!
RispondiElimina:-)
Carissimo Shoras, concordo pienamente col tuo pensiero... a parer mio, l'umanità sta avendo tre problemi con la tecnologia:
RispondiEliminail primo è che, come sottolineavi tu, ne è dipendente al punto da non andare al panificio sotto casa senza prima prendere la macchina (così come non si fa più 2+2 senza calcolatrice...);
il secondo (che comunque è legato al primo) è che si tenta di sostituire l'uomo con la macchina (per squallida pigrizia), dando a questa una "fiducia" che certamente non merita;
il terzo infine (legato al secondo), consiste nella convinzione che la tecnologia debba svilupparsi "al di fuori" dell'uomo. Non dico che dovremmo diventare cyborg (da naturalista quale sono questa sarebbe pura blasfemia!!!), ma che questa tecnologia dovrebbe essere come un "estensione" delle nostre facoltà (fisiche o psichiche che siano) e non una loro sostituzione...